Servizio Sanitario Nazionale: Cosa sapere?

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La legge di stabilità ha di recente stanziato 800 milioni di euro in più, come abbiamo detto anche nell’articolo sui livelli di assistenza e le prestazioni sanitarie, per quanto riguarda la spesa sanitaria generata dai nuovi LEA.

Basandosi infatti sulla stima dei costi da sostenere per le nuove prestazioni, e sottraendo i possibili risparmi derivanti dallo spostamento di alcune prestazioni da regime ospedaliero a regime ambulatoriale (vale a dire dall’erogazione gratuita all’erogazione con relativo ticket a carico dei cittadini), saranno i cittadini a pagare anche i ticket per le nuove prestazioni ambulatoriali.

La domanda è proprio questa: quale sarà il nuovo tariffario dei ticket? Non ci sono informazioni certe, e la preoccupazione di molti cittadini riguarda il possibile aumento dei ticket, così come è avvenuto nel 2012.

Se da un lato 800 milioni di euro sembrano parecchi, in realtà sono una goccia nel mare di miliardi che servono annualmente alla sanità: se come abbiamo detto l’Italia ha degli ottimi standard a livello di sanità, proprio a causa dei numerosi servizi messi a disposizione, l’assistenza viene finanziata sempre meno anno dopo anno, e, per questo motivo, il sistema spesso si ingolfa.

Sicuramente anche tu ti sarai ritrovato con liste d’attesa interminabili, spese private da record e rinuncia alle cure: con i nuovi LEA sembra che questa situazione possa addirittura andare ad aggravarsi, facendo lievitare i costi ed amplificando i disagi, specialmente nelle regioni più critiche, dove non solo si rischia di non migliorare il sistema, ma si potrebbe persino peggiorare la situazione esistente.

Per offrire certi servizi, infatti, sarebbe necessario avere personale sufficiente, strutture adeguate e gestioni efficienti, oltre che gare d’appalto trasparenti e buone negoziazioni sui prezzi dei farmaci cose che spesso mancano o sulle quali si discute abbondantemente.

Per questo motivo alcuni esperti, per garantire la sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale, consigliano di limitare alcune spese riallocare alcune risorse in modo da avere un buon ritorno in termini di salute: disinvestendo in prestazioni poco efficaci che consumano le risorse e destinando più fondi a servizi essenziali o innovazioni.

I nuovi Lea ad esempio includono le vaccinazioni e introduce anche nuove vaccinazioni secondo il Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017 – 2019, che include nuove vaccinazioni per i neonati e nuovi destinatari, con una spesa che arriva a 220 milioni di euro, ma su quali basi si è deciso l’ampliamento? Purtroppo non è dato saperlo, e per questo motivo, anziché avere un piano vaccinale così fitto, sarebbe meglio puntare alle coperture indispensabili!

Proprio per questi motivi c’è chi dice che dovrebbero rimanere solamente le vaccinazioni necessarie all’eliminazione del morbillo, o la reintroduzione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso a nidi e scuole, a rimanere obbligatori dovrebbero essere in buona sostanza tutti quei vaccini che effettivamente possono evitare malattie o contagi reali, e non quelle che invece non hanno nessuna “utilità”, se così si può dire.

È evidente altresì che ogni volta che scattano degli allarmi, come ad esempio quello della meningite dei mesi scorsi, tutti corrono a chiedere il vaccino, ed è un vero e proprio paradosso perché ci si preoccupa di una malattia estremamente rara, a discapito di altre malattie che invece possono effettivamente creare delle epidemie estese a migliaia di persone con decine di morti l’anno!

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